I salumi nel cinema
I salami, ma più in generale i salumi, hanno una lunga frequentazione con il cinema, forse perché sono così buoni e così familiari che non possono mancare in una scena che pretenda di avere un minimo di attinenza con la realtà. Il grande Ugo Tognazzi, ad esempio, sempre molto incline a proporre scene legate al mondo gastronomica, affetta in maniera davvero perfetta e serve un ottimo prosciutto crudo in "La tragedia di un uomo ridicolo" (1981). Stefania Sandrelli e Valeria Marini, invece, sono le muse del regista spagnolo Bigas Luna che, rispettivamente in "Prosciutto prosciutto" e "Bambola" (1996), esprime un nesso piuttosto esplicito tra il richiamo erotico e il prosciutto o la mortadella.
Ed è ancora Bernardo Bertolucci che in uno dei suoi primi film (La strategia del ragno, 1972) traccia uno straordinario ritratto di un'attività molto particolare legata proprio al prosciutto. Il protagonista, interpretato da Giulio Brogi, va alla ricerca della verità sulla vita e sulla morte del padre. Il suo paese natale, Tara nella Bassa padana, è la prima tappa del viaggio, dove incontra una vecchio amico del padre che, in una bellissima e rarefatta scena, lo ascolta e lo instrada nella sua ricerca mentre svolge un'operazione delicatissima: con un piccolo osso di cavallo sonda uno a uno i prosciutti appesi a stagionare in uno stanzone, alternando le riflessioni sul passato alle spiegazioni sulla tecnica di stagionatura di questa meraviglia della nostra cultura gastronomica.
0 commenti:
Posta un commento