martedì 2 dicembre 2008

La bruschetta: un classico tra gli antipasti

Particolare tipo di tartina che vanta numerose e gustosissime varianti, la bruschetta va preparata utilizzando pane casereccio toscano, pugliese oppure di grano duro, ma sempre fresco. Tagliatelo a fette e abbrustolitelo leggermente sistemandolo vicino alla griglia o nelle parti periferiche di questa rispetto al fuoco, permettendogli così di restare piuttosto morbido all'interno. A questo punto sfregatelo con generosità, ancora caldo, con grossi spicchi di aglio che praticamente si esauriranno a contatto con le fette. Conditelo con ottimo olio extravergine di oliva e guarnitelo con ingredienti di vostro gradimento: dadini di pomodoro fresco, cubetti di verdure stufate, cipolla affettata e cotta nell'olio e nel vino, cozze, gamberetti con prezzemolo, o fette di formaggio alla piastra o fatto sciogliere sulla bruschetta stessa.

La bruschetta nasce dalla tradizione gastronomica locale di due regioni dell'Italia centrale: Lazio e Abruzzo. Non ha fatto fatica a conquistare rapidamente il cuore degli amanti dei sapori genuini di tutta Italia, tanto che ogni regione, ormai, può vantare il suo tipo caratteristico di bruschetta. In Toscana, dove viene chiamata "fett'unta" o "panunta", per esempio, viene condita con i fagioli cannellini lessati e conservati a lungo nel fiasco con l'olio, secondo un'antica ricetta tradizionale regionale. In Umbria condiscono la bruschetta con il tartufo nero tritato e amalgamato al tipico e gustosissimo olio del lago Trasimeno. La bruschetta è una preparazione eccellenti di grande semplicità e tradizione e che oggi ha necessità di essere difesa con decisione dalle insidie delle cosiddette "variazioni" che puntano sulla leggerezza. Sta prendendo, infatti, sempre più piede l'uso di prepararla senza aglio ed è la medesima tentazione che alcuni hanno nei confronti del pesto genovese. Certamente entrambe le ricette possono essere preparate senza aglio, ma non vi è dubbio che si tratta di una "manipolazione" e anche di una "menomazione" che priva due piatti caratteristici della cucina italiana di un gusto assolutamente essenziale e particolare.

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