Tournedos alla Rossini
Al compositore Gioacchino Rossini si deve questa ricetta, inequivocabilmente legata al suo nome, qui riportata fedelmente:
"Prendete quattro fette di filetto di bue alte due centimetri, legatele con lo spago in giro così che conservino la forma. Salatele, aggiungete pepe e saltatele al burro da ambo le parti. Friggete nel burro quattro crostoni di pane alti quanto i tournedos e diponeteli su un piatto di portata. Su ogni tournedos ponete una bella scaloppa di fegato grasso saltata nel burro e tre lamelle di tartufo, scaldate nello stesso burro di cottura.
Disponete sui crostoni i tournedos, quindi, al sugo di cottura della carne, unite mezzo bicchiere di vino (Madera o Marsala) e ricoprite con l'intingolo i tournedos. Servite caldo".
Sembra che alla prima preparazione di questa pietanza non sia stato Rossini a cucinarla materialmente. Mentre il compositore pretende che venga preparata direttamente in sala da pranzo per poter sorvegliare personalmente l'esecuzione, il cuoco, che si lamenta imbarazzato di non osare compiere un'operazione così banale di bassa cucina davanti a lui e agli invitati, si sente rispondere dal compositore: "Ebbene, fatelo girandovi dall'altra parte: tournez moi le dos". Ecco la nascita dei tournedos alla Rossini.
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