Il cinema e il maiale
Nella storia del cinema il maiale ha spesso rappresentato fonte d'ispirazione. Tra le pellicole più celebri troviamo Jamòn jamòn (Prosciutto prosciutto, 1992) di José Bigas Luna in cui, attraverso una serie di strampalate avventure tra l'erotico e il comico, si gioca con il senso delle parole jamòn (prosciutto) e jamòna, espressione spagnola che significa "bella ragazza". Il maiale, o meglio il prosciutto, diventa protagonista di un omicidio in Che ho fatto io per meritarmi tutto questo?! (1984) di Pedro Almodòvar in cui la protagonista, Carmen Maura, uccide il marito colpendolo alla testa con un osso di prosciutto. Il maialino Babe ha avuto, nel 1995, un successo travolgente, raccontando le avventure di un porcellino in una fattoria dove è apprezzato da tutta la comunità animale, salvandosi dalla pentola. Restando in Italia possiamo menzionare "La mortadella" (1972), diretto da Mario Monicelli, in cui Sofia Loren, recatasi dall'Italia negli Stati Uniti per raggiungere il fidanzato (Gigi Proietti) con una mortella, viene bloccata all'aeroporto di New York perché non può introdurre l'insaccato nel paese. Pur essendo solo una comparsa in Altrimenti ci arrabbiamo, pellicola del 1974 con Terence Hill e Bud Spencer, il "ce la giochiamo a birra e salsicce?" (riferito a una Dune Buggy che entrambi i protagonisti vorrebbero per sè) è passato alla storia. La più famosa delle citazioni, tuttavia, è quella dovuta a Totò nel film di Monicelli Totò sceicco (1950). Qui il comico interpreta un maggiordomo alla ricerca del marchesino Gastone (Aroldo Tieri), arruolatosi nella Legione Straniera per una delusione d'amore. Per arruolarsi a sua volta, Totò deve seguire precise istruzioni: recarsi in una certa locanda e usare la parola d'ordine, cioè ordinare birra e salsicce. Ovviamente entrerà nella locanda sbagliata, ordinando a più riprese "Birra e salsicce!" con l'unico risultato di ritrovarsi sommerso di piatti di salsicce e boccali di birra.
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